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ALESSIO

Amo, odio e...
02/06/2018 00:08:45
Post di ALESSIO
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Odio quelli che sentono il dovere di dire la loro, sempre, anche quando non c’hanno un cazzo da dire.
Odio quelli che, quando ti parlano, sentono il bisogno di avvicinarsi a dieci centimetri, hai l’alito di un drago di Komodo e la S blesa, non nebulizzarmi, fossi una pianta grassa...
Odio quelli che non riescono a parlarti senza toccarti, hai il dono della parola, usalo! Se proprio non puoi farne a meno gesticola, saltella sul posto, scimmiotta, fai quello che ti pare, ma giù le mani!

Amo quelli che non hanno pudore dei propri sentimenti. Se te ne vergogni non è amore vero, e nemmeno odio vero.
Amo chi accetta il proprio ruolo con dignità, senza vittimismi o rivendicazioni, nella società, in famiglia e sul lavoro.
Amo quelli che hanno deciso di cambiare il mondo e che, pur fallendo, sono morti fiduciosi di poterlo fare.
Amo chi ha il coraggio delle proprie azioni e delle proprie idee, è inutile pensare alle conseguenze di un gesto necessario.
Amo quelli che amo, e un vero motivo non c’è, se no che amore sarebbe?

Di quelli che credono nella pena di morte me ne fotto, assassini.
Di quelli che parlano per paura del silenzio me ne fotto, se hai qualcosa da dire dilla oppure taci.
Di quelli che ogni buco lo devono riempire me ne fotto, attento, un buco ce l’hai pure tu.
Di quelli che restano a galla reggendosi sulle teste della gente me ne fotto, parassita, impara a nuotare.
Di quelli che dicono - non dovevi - quando ricevono un regalo me ne fotto, ringrazia, ostenta indifferenza, fai quel che ti pare ma non sindacare sui doveri altrui, almeno quando ricevi un regalo.
Di quelli che vedono mezzo pieno un bicchiere che non c’è me ne fotto, non è ottimismo, è esaltazione patologica.
Di quelli che invece di lavorare organizzano, vigilano, ottimizzano, gestiscono il lavoro degli altri me ne fotto, caporale di merda, tu il lavoro non sai nemmeno cos’è.
Di quelli che sono come sono per colpa dei genitori, dei fratelli, della comitiva, del collega, del contesto sociale, di quell’esperienza del cazzo, della sfiga che li bersaglia me ne fotto, se sei uno stronzo è solo colpa tua.
Di tutti quelli che vivono il privilegio come diritto e il sopruso come dovere, me ne fotto, finirai sotto terra pure tu, che cazzo credi?

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